Le notizie drammatiche che martellano i nostri giorni da quel 24 Febbraio scorso hanno indotto ogni cuore sensibile e “umano” a mobilitarsi per dare sostegno e aiuto, ognuno secondo le proprie possibilità. È una gara di solidarietà generale che tiene desta la speranza (la certezza!) che l’essere umano è fatto per il bene, che certe scelte “scellerate” – come il Papa le ha definite – sono un incomprensibile traviamento e non la norma.
Anche la Confederazione si è mossa, con le sue 16 federazioni regionali e i suoi 207 consultori familiari di ispirazione cristiana per portare sostegno relazionale e psicologico, per essere presenti nella fase di accoglienza e di ambientamento e per prestare ascolto alle tante drammatiche storie da cui i cuori più a contatto con la guerra sono tristemente appesantiti.
Riportiamo uno stralcio della lettera che la Presidente prof.ssa Livia Cadei ha inviato a tutte queste realtà locali. Ad essa ha fatto seguito un pullulare di movimento locale per attivare, in sinergia soprattutto con le Caritas del luogo, sportelli di ascolto ed altre iniziative utili.
Carissimi Presidenti delle Federazioni, Presidenti e Direttori dei Consultori,
attoniti e preoccupati, in questi giorni siamo di fronte a una nuova emergenza, tanto più incomprensibile ed odiosa perché provocata dall’uomo.
Di fronte al dolore delle persone e delle famiglie, ci interroghiamo per quanto possiamo offrire e possiamo condividere. In particolare, conosciamo la situazione delle donne ucraine presenti sul nostro territorio. Figure in ombra, migrate per il lavoro di cura, indispensabile sostegno alla custodia domiciliare, di cui abbisognano tanti anziani delle famiglie italiane e che possiamo bene immaginare in quali ambasce si trovano di fronte a quanto sta accadendo nei loro paesi. Ma pensiamo anche alle tante famiglie (anziani, mamme e bambini) che stanno arrivando in cerca di salvezza, con chissà quali e quante ferite nei propri cuori.
Secondo lo spirito di servizio che contraddistingue il nostro operare, vi chiediamo dunque di attivare ogni risorsa possibile al fine di alleviare tante penose situazioni. In particolare, auspichiamo che tutti i consultori mettano la propria professionalità a disposizione (coordinandosi con le Caritas locali) per percorsi di ascolto e di sostegno e che questo venga pubblicizzato, in modo che ogni territorio sappia che laddove c’è un consultorio c’è una possibilità di aiuto.
