"I consultori familiari in questi quarant’anni si sono posti a fianco delle famiglie con l’attitudine del buon samaritano, aiutandole ad attraversare le numerose sfide che hanno contrassegnato l’attuale cambiamento d’epoca."

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Marta Roncalli e Valeria Perego

Durante lo scorso anno, proprio nel momento del bisogno, l’efficacia degli interventi clinici è stata messa sovente a dura prova. La situazione di emergenza, causata dalla pandemia di COVID-19, ha determinato l’isolamento degli individui nelle proprie case, riducendo drasticamente la socialità e la comunicazione. I professionisti della salute mentale hanno dovuto adattarsi in fretta, prendendo in considerazione alternative agli incontri in presenza: nonostante la ritrosia iniziale, gran parte degli operatori ha scelto di utilizzare la dimensione virtuale, ormai parte integrante della realtà quotidiana, per proseguire con gli interventi clinici. Videoconferenze, chat, conversazioni telefoniche, e-mail fanno parte dell’ampio spettro di canali comunicativi utilizzati dalla terapia telematica per raggiungere il paziente a distanza, ricreando uno spazio virtuale idoneo al colloquio clinico. Numerosi professionisti, spinti dalla necessità di verificare i vantaggi e i rischi dell’intervento online, si sono interrogati circa la riproducibilità del proprio operato in un setting innovativo e rivoluzionario, che presenta la complessità tipica del mondo virtuale, unita all’intimità creata dalla relazione tra paziente e terapeuta.

Con l’intenzione di condividere personali esperienze riguardo ai colloqui clinici tramite web, i Consultori di Bergamo e Trescore hanno concesso alle équipe di psicologi e operatori psicosociali uno spazio di riflessione per valutare punti di forza e incertezze riguardo all’efficacia degli interventi online. Di seguito, in breve alcune evidenze delle esperienze dei due consultori.

Dai risultati degli incontri è emersa la difficoltà iniziale degli specialisti nell’adattare tecniche e nel dimostrare la flessibilità necessaria a ricreare i presupposti per l’accoglienza emotiva, il bisogno di vicinanza, la gestione ottimale dello spazio temporale durante la seduta, la scioltezza dell’eloquio verbale e dei turni di parola. Il lavoro consultoriale online sembra richiedere un maggiore impegno, finalizzato alla lettura del linguaggio non verbale, al mantenimento dell’attenzione, alla preparazione prima del colloquio. Nonostante nella maggioranza dei casi gli operatori siano riusciti a proseguire da remoto i percorsi di presa in carico precedentemente iniziati, ciò non è stato possibile con i pazienti difficili da gestire a distanza, quali individui incapaci di relazionarsi con la tecnologia, utenti con poca privacy a disposizione nella propria dimora, o casi particolarmente complessi. Spesso è stato necessario apportare modifiche agli obiettivi di lavoro, anche in funzione di nuovi bisogni scaturiti dalla situazione di emergenza e dal nuovo contesto di intervento terapeutico. Dall’altro lato, la dimensione virtuale sembra adatta ai pazienti motivati, che riescono a trarre beneficio anche a distanza, e soprattutto agli utenti più giovani e socialmente isolati, grazie alla ottima predisposizione verso le videochiamate e alla familiarità con i mezzi tecnologici. Tra i vantaggi che il lavoro clinico online garantisce ai pazienti, intimità, sicurezza emotiva e possibilità di garantire l’anonimato vengono particolarmente apprezzati dagli adolescenti, solitamente reticenti al lavoro clinico, poiché percepiscono il minor rischio di venire stigmatizzati a livello sociale (King, Bickman, Shochet, McDermott, & Bor, 2010).

La terapia a distanza, inoltre, consente al clinico di vivere la quotidianità di individui e famiglie in prima persona e osservare elementi utili offerti dalla possibilità di entrare virtualmente nelle case dei pazienti. Negli incontri di gruppo con molti partecipanti sembra che l’approccio sistemico-relazionale perda di efficacia: infatti, l’interazione e la formazione di legami tra gli individui vengono regolate dagli sguardi, dal tono di voce, dalla gestualità, che, a causa della mediazione dello schermo, presentano evidenti limiti (Siegel, 2020). Nonostante la necessità di riadattare gli obiettivi al nuovo contesto, gli incontri online gestiti dagli operatori dei Consultori si sono svolti in un clima di minor tensione e di maggiore volontà di comunicare, soprattutto tra i gruppi di pazienti oncologici. Nei corsi dedicati all’area perinatale, la possibilità di seguire gli incontri in via telematica ha offerto maggiore intimità alle coppie partecipanti; le neomamme, invece, sono sembrate più distratte a causa della presenza dei neonati. Anche i partecipanti a percorsi psicoeducativi quali “Femminilità”, incentrato sull’identità e il ruolo di donna, e “Ricomincio da me”, dedicato alla ricerca di equilibrio in seguito ad eventi traumatici o inaspettati, si sono dimostrati soddisfatti dell’esperienza e a loro agio nel contesto online.

Relativamente ai casi psichiatrici, l’intervento clinico online sembra efficace per i pazienti particolarmente inibiti o ansiosi, poiché garantisce il distacco necessario per una maggiore libertà di espressione, mentre appare meno indicata per utenti con tratti paranoidei: anche secondo gli studi provenienti dalla letteratura, prima di proporre percorsi di lavoro online, è necessario valutare la sicurezza dell’ambiente, le caratteristiche di personalità del paziente, le competenze specifiche del terapeuta e la modalità degli interventi (Allgaier et al., 2020). Inoltre, la scelta dell’approccio clinico può facilitare oppure ostacolare la riproducibilità delle tecniche tradizionali all’interno del contesto virtuale. Diversi autori ritengono che l’approccio cognitivo-comportamentale sia il più adatto a combinarsi con le opportunità offerte dagli strumenti digitali, tra cui applicazioni e siti che forniscono valutazioni e monitoraggio costante dei sintomi (Parikh & Huniewicz, 2015); è però da considerare il rischio di cedere al paziente uno spazio personale che non sempre prevede la supervisione dello specialista.

Il lavoro clinico online solleva dubbi anche riguardo ad un elemento chiave della terapia in presenza, l’alleanza terapeutica, che per alcuni autori sembra essere comparabile al rapporto costruito durante le sedute dal vivo, per altri, invece, risulta qualitativamente inferiore (Norwood, Moghaddam, Malins, & Sabin-Farrell, 2018), anche a causa delle continue distrazioni, incomprensioni e interruzioni provocate dalla scarsa connessione a Internet o dai problemi con video e audio.

I risultati discordanti provenienti dalla letteratura riguardo alla validità del setting virtuale e la mancanza di linee guida condivise a livello internazionale esplicitano incertezze di tipo etico e legale (Stoll, Müller, & Trachsel, 2020), ragion per cui pare opportuno dedicare ulteriore spazio alla ricerca circa le possibilità offerte dalla tecnologia applicata al contesto clinico. Nonostante ciò, è evidente che il lavoro clinico online presenta un grande potenziale, poiché abbatte le distanze, riduce i costi, incrementa le opportunità e rafforza l’efficacia del processo di cura grazie agli strumenti di comunicazione e di condivisione che offre, al punto da poter essere considerato una risorsa complementare rispetto agli strumenti clinici fino ad oggi utilizzati.

 


Allgaier, K., Schmid, J., Hollmann, K., Reusch, P., Conzelmann, A., & Renner, T. (2020). Times are changing: digitalisation in child and adolescent psychotherapy. European Child & Adolescent Psychiatry, 1-4.

King, R., Bickman, L., Shochet, I., McDermott, B., & Bor, B. (2010). Use of the internet for provision of better counselling and psychotherapy services to young people, their families and carers. Psychotherapy in Australia17(1), 66.

Norwood, C., Moghaddam, N. G., Malins, S., & Sabin-Farrell, R. (2018). Working alliance and outcome effectiveness in videoconferencing psychotherapy: A systematic review and non inferiority meta-analysis. Clinical Psychology Psychotherapy, 25, 797-808.

Parikh, S. V., & Huniewicz, P. (2015). E-health: an overview of the uses of the Internet, social media, apps, and websites for mood disorders. Current opinion in psychiatry28(1), 13-17.

Siegel, D. J. (2020). The developing mind: How relationships and the brain interact to shape who we are (3rd ed.). New York, NY: Guilford Press.

Stoll, J., Müller, J. A., & Trachsel, M. (2020). Ethical issues in online psychotherapy: A narrative review. Frontiers in psychiatry10, 993.

 

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